Il Nebbiolo,
un tesoro sardo-piemontese
Il Nebbiolo prodotto in Sardegna e più in particolare a Luras, piccolo borgo situato in alta Gallura, fu importato agli inizi del XIX secolo dal Generale LA MARMORA, all’epoca al soldo dei Savoia, il quale nel visitare la Sardegna da Sud verso Nord per studiarne il territorio, la gente, l’economia, gli usi e i costumi nonché i prodotti di questa Regione, portò con se, fra le altre tipicità del Piemonte, delle marze del vitigno Nebbiolo (tipico del Piemonte), per esaminare eventuali affinità tra le due Regioni.
Arrivato in Gallura, affascinato dalle bellezze di questo circondario e dalla organizzazione economica e sociale degli “stazzi” intuì che questo territorio collinare, granitico-argilloso, i cui crinali si ergono fra i 400 – 500 m s.l.m., continuamente accarezzati dal vento di maestrale, ogni tanto avvolti da una fitta nebbia, ma più spesso illuminati e impreziositi dall’intensa luce solare tipica di quest’isola, avesse le caratteristiche peculiari più proprie per la coltivazione del Nebbiolo.
Il Generale individuò in Luras e nel suo territorio il luogo ideale per la coltivazione del nobile vitigno piemontese e proprio qui e solo qui il Nebbiolo venne ospitato e da ospite divenne nel tempo padrone di casa. Il Nebbiolo, infatti, ha integrato stabilmente le proprie radici sui terreni granitici Luresi, diventando parte integrante della cultura di questo popolo che ben 200 anni or sono lo accolse, lo conobbe e se ne prese cura fino ad appropriarsene e fare di lui il compagno immancabile di ogni occasione conviviale.
Di esso, oggi, i vignaioli luresi hanno imparato a conoscere le attitudini e, con grande sorpresa si è scoperto essere un vitigno di grande versatilità, tanto che da esso si producono oggi giorno varie tipologie di vino di altissima qualità, dal più classico vino rosso di corpo, al più moderno vino rosato fino ad arrivare all’’avvincente vino bianco da nebbiolo.